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Combinatoria

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Si inaugura con questo articolo la prima stagione della serie Fantasia, curata da Andrea (caporosso[@]storyfilters[dot]it). Questa stagione ha come titolo Combinatoria, ovvero una fantasia insegnata come metodo di lavoro scalabile e riproducibile – “Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l’arte di inventare” (Gianni Rodari, Grammatica della Fantasia). L’immagine di copertina è tratta da qui.

Fantaṡìa s. f. [dal lat. phantasĭa, gr. ϕαντασία, der. di ϕαίνω «mostrare»]. – Facoltà della mente umana di creare immagini, di rappresentarsi cose e fatti corrispondenti o no a una realtà #

Una definizione probabilmente non basta per riuscire ad avvicinarsi al significato di fantasia ma, se diamo per buona la definizione del vocabolario Treccani, ci accorgiamo che fantasia significa creare. E su cosa si basa la creazione?

Umberto Eco ha preparato una lezione nel 2004, dal titolo Combinatoria della creatività e, parlando del processo creativo (cioè che si occupa della creazione di qualcosa che prima non c’era) e delle sue definizioni, scrive:

“Tutte queste definizioni mi riportano a un passo fondamentale di Pascal: “Qu’on ne dise pas que je n’ai rien dit de nouveau: la disposition des matières est nouvelle. Che non si dica che non ho detto niente di nuovo. La disposizione delle materie è nuova. Quando si gioca alla pallacorda è la medesima palla quella con cui giocano l’uno e l’altro, ma uno la lancia meglio.” Sviluppando questo pensiero, si può arrivare alla idea di creatività come combinatoria inedita di elementi preesistenti, o ab aeterno o da gran tempo. Indubbiamente questa definizione sembra adattarsi benissimo alla creatività scientifica e può adattarsi anche a sedute di problem solving attraverso brainstorming: si fa girare all’infinito la rosa delle combinazioni possibili e si trova la soluzione del problema, quasi per caso o per miracolo. Ma qualcuno aveva già associato l’idea di brainstorming, per quanto fulmineo, alla creazione artistica. Dice Scott Adams (The Dilbert Principle): “Creativity is allowing yourself to make mistakes. Art is knowing which ones to keep.” Vedremo dopo che cosa significa decidere quale soluzione, tra le mille possibili, tenere per buona. Per ora m’interessa considerare il fatto che una creatività che porta alla luce quello che era potenzialmente contenuto in una materia preesistente, procede per trial and error, e mette in opera, come suggeriva Pascal, un’ars combinatoria.”

Questa ars combinatoria, la capacità di combinare elementi già esistenti per creare qualche cosa che prima non c’era (rispondenti o meno alla realtà) è l’oggetto di questa stagione, Combinatoria.

Ars combinatoria

Se parte relativa all’ars verrà affrontata in seguito, qui proviamo a capire nel concreto di cosa si parla quando si parla di combinatoria. Volendo fare un esempio piuttosto banale, la lingua (italiana, inglese, tedesca, etc. etc.) può essere presa in considerazione. A partire da una serie di lettere (alfabeto) e relativi suoni, si compongono una serie di elementi (parole) associate a significati (reali o no poco importa). La sequenza di parole in un dato ordine produce significati ancora più complessi, e ci permette di comunicare. Si capisce bene che non esiste una sola parola o una sola frase per esprimere un concetto, ma ricombinando diverse parole in modi diversi si può dire la stessa cosa così come ricombinando le stesse parole in modo diverso di possono esprimere idee completamente diverse tra di loro.

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La combinatoria è alla base delle interazioni umane non solo per quanto riguarda il pensiero e la parola, ma anche per quanto riguarda la materia di cui siamo fatti. Attraverso quella simpatica invenzione che è il sesso infatti l’essere umano si riproduce e i geni dei due partecipanti alle operazioni si mischiano (si combinano) generando un nuovo individuo, diverso dai due genitori e da tutti gli altri individui della sua specie.

La lingua e il dna offrono infinite combinazioni possibili, al momento ci troviamo quindi 7 miliardi di esseri umani tutti diversi tra loro e con storie, romanzi, racconti, poesie sempre nuove.

Se la lingua e la riproduzione sono sistemi molto complessi la cui indagine necessita di una certa perizia, possiamo forse affidarci ad esempi più semplici per capire se vi sono strumenti per imparare la combinatoria.

Imparare l’ars combinatoria

Nella Grammatica della Fantasia Gianni Rodari introduce lo schema di Propp per spiegare come sia in realtà piuttosto semplice costruire una storia, una fiaba, che funzioni. A fianco di elementi base (in questo caso personaggi, ma in altri casi  potremmo parlare di atomi, molecole, parole…) vengono proposti alcuni strumenti operativi (sono delle regole e delle sequenze di interazione tra i personaggi, che potremmo paragonare a ciò che è la grammatica per una lingua specifica). L’applicazione delle funzioni di Propp ai personaggi costituisce l’ossatura logica di una storia. Sembrerà a prima vista banale, ma se ci pensiamo ci accorgiamo che le funzioni sono piuttosto ricorrenti e se proviamo a leggere una fiaba con la lente di Propp troveremo dei riscontri. Possiamo anche provare a inserire degli elementi scelti da noi nelle varie caselle dei personaggi e non sarà difficile creare una nuova storiella. Probabilmente non riusciremo a inventare una fiaba di grande successo, ma non è detto che qualcuno non ci possa riuscire.

Bisogna tenere presente che la combinatoria funziona per tutto, non solo per le storie di fantasia. La combinatoria è una sovrastruttura della Fantasia.

Anche in urbanistica e architettura vi è una combinatoria. La pianta di un appartamento è composta quasi sempre dagli stessi elementi (camere, cucina, bagni, salotti, corridoi, sgabuzzini) ma vi sarete certamente accorti della varietà di appartamenti presenti nelle nostre città. Anche qui ci sono dei tentativi di schematizzare le varie combinazioni e le regole che stabiliscono la produzione di varie opzioni, in alcuni casi interessanti in altri meno. Il pattern language è uno dei sistemi interessanti in questo senso. Sviluppato da Christopher Alexander consta di 253 diversi modelli (pattern) che, opportunamente scelti e ricombinati tra loro danno la possibilità di sviluppare un progetto di un edificio o di una porzione di città secondo le proprie necessità. È un esempio di sviluppo di un sistema di grammatica generativa, che troverà applicazione e fortuna anche nel campo dell’informatica.

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Lo schema di Propp, così come il Pattern Language, sono solo alcuni dei vari esempi di esplicitazione e decodificazione della combinatoria. Nel processo di schematizzazione della combinatoria vi è la volontà di rendere accessibile l’ars combinatoria: possiamo tutti quanti avere dei pennelli in mano con dei colori, tuttavia faremo fatica a fare un bel quadro. Dovremo esercitarci molto, andare a bottega da un pittore, studiare molte opere di altri, fare moltissime sperimentazioni, procedere per trials and errors, e non è comunque detto che si riesca a produrre qualcosa di accettabile.

Ma quando è che una delle infinite combinazioni che siamo in grado di creare diventa plausibile? Quando è che una storia che ci siamo inventati può diventare un film? Un motivetto che abbiamo fischiettato può diventare una canzone? La decodificazione delle regole della combinatoria non basta, bisogna avere un bagaglio di strumenti decisamente ampio ed è necessario esercitarsi assai. Il rischio è che con tutte queste combinazioni a un certo punto non si riesca più a discernere quali sono quelle di valore e quali quelle da buttare. La critica alla creatività (la critica positiva, come quella proposta da Maurizio Ferraris ad esempio) mette in luce proprio questo aspetto. Non basta generare una nuova combinazione per ottenere un buon risultato, è necessario dotarsi di strumenti adatti (in questo blog parliamo di filtri) per capire se questo risultato è un errore oppure ha del potenziale (consci che riconoscere un errore e scoprire del potenziale sono attività altamente affini).

Internet, nel modo in cui si sviluppa quotidianamente, è il regno del combinazioni e ricombinazioni, ma non tutto ciò che si trova su internet è ugualmente valido.

Internet, digitale e combinatoria

Se seguite questo blog da un po’ saprete che di ricombinazione abbiamo già parlato.

Internet stesso si basa sulla ricombinazione. La sua struttura a network permette di unire due hub che comunicano tra di loro seguendo diversi percorsi: combinando tutti i possibili tracciati di percorso si connettono due diversi punti del network, permettendo molte connessioni in contemporanea e una accesso alle informazioni completamente diverso da prima di internet.

Ma internet è anche il luogo in cui moltissima informazione viene creata e condivisa. Per molte di questa informazione la combinatoria è la regola generale.

Ma non solo l’informazione creata dagli utenti attraverso gli strumenti digitali e internet è prodotta da un combinatoria di elementi (la cosiddetta remix culture di Lawrence Lessig) ma anche le macchine usano la combinatoria per i loro processi. Il machine learning, quello che viene più comunemente chiamato Intelligenza artificiale, si basa molto spesso sul generare infinite combinazioni e scegliere le migliori in base ai parametri di partenza. Come scrive Simone Robutti: “ troviamo molta diversità all’interno del Machine Learning: si va da metodi puramente statistici a metodi che mescolano geometria analitica e algebra lineare, fino a cose più “particolari” come gli algoritmi genetici che, partendo da soluzioni casuali a dei problemi dati, le fanno evolvere attraverso i meccanismi dell’evoluzione biologica (selezione, mutazione, combinazione).”

Questo spiega in parte come le intelligenze artificiali siano state utilizzate soprattutto nei giochi (il computer che gioca a scacchi o a Go, insomma che riesce a calcolare molte più combinazioni di un essere umano) ma non solo. C’è anche il computer che scrive copioni di film di fantascienza. Come ha fatto? Ha preso qualche centinaia di copioni di film di fantascienza e ne ha combinato i pezzi insieme. il risultato non segue le funzioni di Propp però…

Se un computer ha degli obiettivi dati e dei parametri da soddisfare non così accade per noi esseri umani: gli standard di qualità dell’informazione sono piuttosto labili, mutevoli e sfocati. È sempre più faticoso orientarsi nel presente. Storyfilters, in questa serie dedicata alla Fantasia, intende approfondire il filtro della combinatoria non solo come strumento di interpretazione dell’informazione, ma soprattutto come strumento proattivo, creativo e di scoperta quotidiana.

Cosa conterrà Combinatoria

Combinatoria conterrà 4 articoli opportunamente selezionati e parlerà di musica, fantasy e giochi di ruolo, scuola e pedagogia, del giappone e ovviamente di internet. Tutti gli articoli verranno preparati da collaboratori esterni a Storyfilters, i quali verranno introdotti nella newsletter del sabato. Se siete curiosi vi consigliamo dunque di iscrivervi seguendo questo link.


Scritto da Andrea Rosada | @_caporosso